Disservizi e disagi nei confronti di una anziana, errate informazioni tra operatori sanitari, sprechi di denaro. Ecco la denuncia di due cittadine

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Anziani, spesso da soli, in difficoltà di fronte agli a volte estenuanti e farraginosi sistemi e metodi del Servizio Sanitario Nazionale. Che si trovano a superare difficoltà, magari in situazioni anche di sofferenza, spesso insormontabili per chi ha qualche anno sulle spalle. La denuncia viene da Monica e Marta Rossi, abitanti a Fornaci di Barga che riportano un caso, scrivono, di “disservizi, sprechi di risorse sanitarie ed informazioni errate tra operatori sanitari che ha coinvolto un’anziana che vive da sola” e chiedono più attenzione nei confronti delle esigenze e delle difficoltà degli anziani in una lettera inviata al direttore generale dell’USL, Joseph Polimeni, ed alla stampa locale.

Nella lettera si racconta che l’anziana donna è stata trasportata al pronto soccorso del “San Luca” di Lucca il 6 gennaio scorso per fortissimi dolori alla nuca, febbre alta ed un grosso gonfiore del padiglione auricolare e della mandibola.

“Da qui la decisione della guardia medica di farla trasferire al PS di Lucca e non a quello di Castelnuovo, come di prassi per chi abita in Valle del Serchio, in quanto lo stesso medico aveva appurato la presenza a Lucca di un otorino per poterla visitare”.

La paziente sarebbe stata visitata, dicono, frettolosamente e da un medico privo di camice, dopo cinque ore di attesa, che poi avrebbe dimesso la paziente dopo una iniezione di antidolorifico, la prescrizione di un antibiotico e la richiesta di una visita specialistica OTL,

“da effettuarsi – sta scritto nella lettera – ci viene riferito verbalmente, il giorno successivo, 7 gennaio, a Lucca, presso l’ambulatorio OTR, senza possibilità di appuntamento”.

I suoi accompagnatori richiedono però in loco ulteriori accertamenti, ma la risposta della infermiera presente è che essendo un festivo:

“non è presente al momento nessun otorinolaringoiatra. Dunque, inutile il trasferimento a Lucca”.

La donna rientra a casa quindi con mezzi propri, infreddolita visto che si trovava in camicia da notte visto il primo trasferimento in ambulanza, in una serata con temperature vicine agli zero gradi. La mattina successiva la paziente versa nelle stesse identiche condizioni del giorno precedente, febbricitante, dolori alla nuca e alla testa, padiglione auricolare e mascella molto gonfi e tumefatti e per questo i familiari decidono di procedere diversamente , portandola a Castelnuovo dove finalmente viene visitata da un otorino contattato preventivamente e presente quella stessa mattina in ospedale.

L’otorino – scrivono nella lettera Monica e Marta Rossi – non ha al momento elementi per poter formulare una diagnosi; precisa però che, a suo avviso, i forti dolori alla nuca e alla testa non sono correlati o conseguenti al problema auricolare e constatata la forte infiammazione, prescrive, in aggiunta alla terapia, cortisone, invitandoci a informarlo, il mattino successivo, telefonicamente, circa il decorso e stabilendo di voler rivisitare la paziente lunedì 12 gennaio previa richiesta di “visita urgente OTL” da parte del medico curante e appuntamento tramite CUP.

E qui si presenta il secondo increscioso disagio: venerdì 9 gennaio la paziente stessa (che vive sola), in possesso della richiesta cartacea del medico curante telefona al CUP per l’appuntamento ma…sorpresa! le viene detto che per prenotare “visite urgenti” è necessario recarsi personalmente o comunque inviare fisicamente una persona presso gli sportelli CUP con la richiesta cartacea

Naturalmente la paziente segnala l’impossibilità di presentarsi personalmente, visto il suo stato di salute, e che il parente più prossimo, la sorella, ha impegni di lavoro per l’intera giornata; precisa inoltre che essendo venerdì, ammesso di potersi organizzare il giorno successivo per recarsi personalmente agli sportelli, molti uffici CUP, fra cui, ne siamo certi, quelli presenti nel nostro comune, il sabato sono chiusi e che il lunedì l’otorino vuole rivederla .

L’operatore ribadisce che il sistema impone questa prassi, per cui non esiste altra possibilità.

L’epilogo della nostra vicenda ritengo sia ininfluente e preferisco ometterlo, ma alla luce di questa nostra infausta esperienza, vorremmo chiedere al direttore generale quante persone anziane che vivono sole sono in grado di superare un’emergenza sanitaria? E ancora: perché ad una dottoressa della guardia medica, molto professionale e scrupolosa, viene assicurata la presenza di un otorino a Lucca , che giustifica peraltro l’invio della paziente con ambulanza e due persone a bordo (autista e assistente) al PS. di quel presidio anziché a quello di Castelnuovo, quando invece non è così? Come può funzionare un sistema, basato su regole e burocrazia a dir poco assurde, capace di creare solo disagi agli utenti, spechi di denaro pubblico e di tempo prezioso per tutti?

I disagi sono per il paziente, anziano, malato e solo, che deve recarsi fisicamente agli sportelli CUP per prenotare una richiesta di “visita urgente”. Ci sembra elementare dedurre che se uno specialista richiede alla paziente una “visita urgente” per una data stabilita, è perché evidentemente la paziente ha una patologia tale da impedirle di attivarsi per adempiere a ciò che la burocrazia invece prevede.

Lo spreco di denaro pubblico è relativo all’uso di un’ambulanza che viene impegnata per trasportare una paziente di Barga a Lucca (35 km), mentre, dopo ben 5 ore di attesa in PS il personale sanitario. comunica che l’otorino non è presente nei giorni festivi. Conseguentemente, le medesime semplici prestazioni ricevute a Lucca non sarebbero state fornite nel più vicino pronto soccorso di Castelnuovo ed anche in più breve tempo?

Gli sprechi di tempo: un’ ambulanza con personale che inutilmente rimane fuori sede per un periodo maggiore di tempo con ulteriore spesa aggiuntiva; un’ inopportuna attesa di 5 ore al PS di Lucca del paziente che avrebbe ottenuto la stessa identica prestazione

Nel denunciare pubblicamente questi disservizi, intendo farmi portavoce di quella parte di società più indifesa, che abbiamo avuto occasione di notare in questa infelice esperienza e mi riferisco in particolare ai numerosi anziani malandati che si trascinano l’un l’altro faticosamente, claudicanti e visibilmente doloranti lungo le corsie e le sale d’attesa degli ambulatori USL. Ma vi rendete conto dei disagi che create alla massa di gente che ha bisogno di prestazioni sanitarie e soprattutto alle persone anziane e sole al mondo con questo sistema che non può funzionare, perché inadeguato ai bisogni dei più deboli, con ostacoli burocratici senza senso, nella assoluta mancanza di informazioni essenziali all’interno di operatori o istituzioni?”

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