Nel settantesimo anniversario della Battaglia di Sommocolonia

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(Foto di Caterina Salvi)

Fu una giornata terribile il santo Stefano di settanta anni fa, una data rimasta tristemente nota in tutta la Valle per essere stata il giorno scelto dalle forze dell’asse – durante la seconda Guerra Mondiale – per tentare un’offensiva verso gli alleati.

Una giornata di combattimenti e bombardamenti che coinvolse un’ampia fascia di territorio in cui si venne a trovare anche il borgo di Sommocolonia, roccaforte barghigiana ai piedi degli Appennini.
Negli anni molte parole sono state spese per raccontare, spiegare, interpretare la “Battaglia di Sommocolonia”, in questo suo settantesimo anniversario ricordata anche con una serie di iniziative tenutesi il 13 dicembre scorso. Ma per quanto le parole non possano più aggiungere granché alla tragedia della battaglia, possono ancora tramandarla e mantenerla viva nei ricordi, che sia di monito a tutti per ricordare la natura della guerra e il senso dell’amor patrio.
Per ribadire questi valori oggi come ogni santo Stefano da molti anni a questa parte, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare proprio a Sommocolonia quel tragico episodio che resta parte integrante della coscienza della comunità.

Assieme ai partigiani dell’ANPI, agli Alpini del gruppo in congedo di Barga e all’Associazione Ricreativa Sommocolonia, sono stati dunque ricordati i caduti – oltre cento persone tra civili, soldati americani e tedeschi – e l’eroico gesto del tenente John Fox che, asserragliato nella torre del borgo e accerchiato dai nemici tedeschi, fece puntare sulla sua posizione i mortai piazzati a valle, in modo da colpire le truppe nemiche. E purtroppo lui stesso e un paio di suoi sottoufficiali.
Una corona di alloro è stata dunque deposta ai piedi della rocca, mentre un’altra è stata portata sulla collinetta di Monticino, dove un monumento alla pace ricorda invece l’uccisione di un gruppo di partigiani che, per primi, il 26 dicembre 1944, cercarono di opporsi all’avanzata tedesca.

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