Emergenza batterio New Delhi. Tutte le analisi a Lucca. Il piano di contenimento della Regione e le pratiche di profilassi mettono a dura prova il personale sanitario

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LUCCA – “EMERGENZA super batterio New Delhi, nell’area della Usl Toscana Nord Ovest la Regione ha adottato le giuste contromisure e non possiamo che essere d’accordo. Quando si applica, d’urgenza, un piano di emergenza microbiologico bisogna però anche pensare a potenziare le risorse a disposizione altrimenti è tutto inutile: invece a oggi da una parte si sta mettendo a dura prova l’organizzazione infermieristica e Oss dell’area medica, dove sono state attivate le articolate e complesse misure di profilassi, con ripercussioni sulla routine e soprattutto sul personale che oltre alla normale attività si vede aggiungere procedure e pratiche difficilmente sostenibili nel tempo. In particolare nel setting B dell’area medica(il reparto più ampio e con il maggior carico di lavoro) sono state disposte 6 stanze di isolamento. L’assistenza infermieristica è il ‘fronte’ di questa battaglia e per vincerla va potenziato. Dall’altra parte, a essere sotto pressione è l’organizzazione il reparto di microbiologia di Lucca che non riesce a fare fronte a tutte le richieste di analisi che arrivano dall’area vasta, comprese Massa Carrara e Versilia”.

Lo sottolineano il segretario deil Fpl di Lucca, Pietro Casciani, il delegato aziendale Andrea Lunardi e l’RSU Luca Menicucci che entrano nel merito della gestione sanitaria dell’emergenza dovuta alla diffusione di un batterio che a oggi ha già fatto registrare, dati della Regione alla mano, 64 contagiati e 546 persone positive. In attesa che venga fatta luce pure su alcune morti alquanto sospette. “Un batterio che passa da un paziente all’altro e gira fra gli ospedali, soprattutto nell’area di competenza dell’Asl Toscana nord ovest – proseguono i sindacalisti -. Vogliamo precisare che non contestiamo la misura adottata per la tutela sanitaria, che condividiamo e per il nostro ruolo cercheremo di agevolare : il nostro disappunto deriva dal fatto che nessuno parla di un supporto di organico per la gestione dell’emergenza. Tutti i pazienti che entrano nelle aree mediche degli ospedali devono sottoporsi a un tampone che viene mandato in laboratorio per le analisi del caso per  verificare se il soggetto sia un portatore, anche sano, del batterio, in modo da isolare i casi e bloccarne la diffusione”. Ma è nella pratica che arriva l’inghippo con un collo di bottiglia tecnico  che può vanificare tutta l’operazione: “Allora, tutti i tamponi di Massa, Viareggio e Lucca vengono portati ai laboratori di microbiologia di Lucca. Una mole di lavoro importante, dovuta alla fase di emergenza, a cui non è corrisposto un immediato aumento di personale. Non è possibile fare campagne di questa portata, certamente molto utili – sottolineano ancora -, senza stanziare le risorse economiche e umane necessarie ad affrontare carichi di lavoro estenuanti. La microbiologia di Lucca è già di per sé estremamente carente e ora va in affanno con una tale mole di attività da fare. Da quel che ci risulta, parlando con gli specialisti del settore, servono anche un aumento delle attrezzature specifiche che a oggi non ci sono. Per questo – conclude Casciani – chiediamo alla Regione di attivare da subito un piano straordinaria di emergenza per aumentare il personale in servizio da affiancare alle misure attuate contro il super batterio, in modo che siano davvero utili e tempestive”.

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