Castagni e problemi. E’ tornato il cinipide, ma la minaccia vera forse è il “marciume delle castagne”

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E’ allarme cinipide, di nuovo? E’ presto forse per dirlo ma quel che è certo, e lo hanno notato in tanti anche nella montagna barghigiana, tanto che le segnalazioni che abbiamo ricevuto sono state più di una, è che qualcosa è cambiato nei boschi di castagni. La presenza delle galle di cinipide, quelle specie di bacche rosse che si trovano sui rami dei castagni, è tornata a farsi notare anche sui rami più alti e questo sta causando un po’ di apprensione per uno sgradito, quanto inatteso ai più, ritorno del cinipide galligeno; quella piccola vespa cinese che negli scorsi anni ha praticamente azzerato anche da noi la produzione dei castagni.

Che ci sia una ripresa delle attività del cinipide, dopo che l’insetto antagonista lanciato gli scorsi anni, il Torymus sinensis aveva fermato il suo dilagare ed i suoi effetti sui castagni, è una realtà ed in questo confermiamo le impressioni degli abitanti della montagna. Il cinipide è tornato a farsi vedere in modo più vistoso quest’anno e questo dopo che negli ultimi anni il problema veniva dato ormai per debellato. Ma quanto questo fenomeno rappresenta realmente un problema?

Ivo Poli, il presidente dell’associazione nazionale Castanicoltura, getta acqua sul fuoco:

“Non è che il cinipide è tornato: non era mai andato via – ci dice – e quello che sta accadendo è una cosa normale ed anche naturale. Ci sono dei cicli naturali che sono destinati a ripetersi, solo che fino ad ora non li conoscevamo del tutto forse. Ma non c’è da stupirsi se la presenza del cinipide, dopo che negli scorsi anni era andata a diminuire in modo drastico grazie al lavoro dell’insetto antagonista, è tornata a farsi avvertire. Sono cicli naturali che magari tornano a ripetersi ogni cinque, dieci anni, e che a volte possono essere favoriti anche da particolari condizioni climatiche come quelle che stiamo vivendo.

Facciamo un esempio terra, terra. Il Torymus ha mangiato negli anni tanti cinipidi, fino a che è cominciato a scarseggiare il suo cibo; a quel punto sono diminuiti i parti dell’insetto antagonista dato che l’insetto non ha avuto  più di che alimentarsi e cos  piano, piano sono aumentati nuovamente gli esemplari di cinipide perché sono diminuiti i predatori. E’ un ciclo naturale e  ora, mano a mano, che il cinipide tornerà a crescere come presenza, riprenderà maggiore anche l’attività dell’insetto antagonista.

Certo è che il fenomeno è stato avvertito è a livello nazionale. Dalla Calabria al Piemonte è tutta una telefonata, anche alla nostra associazione. E non è escluso, come detto, che questo ciclo possa essere stato favorito anche da una condizione climatica anomala.

Comunque sia credo che non ci saranno problemi per la fioritura del castagno e che questa sarà al 95% regolare. Potremo comunque  fare una valutazione più accurata tra una decina, ventina di giorni quando appunto avverrà la fioritura.  Se la fioritura sarà sotto tono potremo allora, e solo allora, parlare di un problema che si è ripresentato nella stessa maniera di qualche anno fa.

Lanciare nuovi insetti antagonisti? Non serve a niente, sono già presenti nelle stesse galle che si vedono adesso sui castagni. Basterebbe aprirle per rendersi conto della loro presenza.

C’è invece un altro problema che preoccupa, il marciume delle castagne (Gnomoniopsis pascoe) che lo scorso anno ha prodotto il 50% di scarto delle castagne raccolte; questo è un problema serio: in base alla piovosità ed alle condizioni di umidità si può manifestare il marciume ed a quello non si è ancora trovato rimedi. Già adesso in alcune galle si trovano foglie che mostrano segni di seccamento; già una manifestazione del fungo che poi si svilupperà ad ottobre, proprio quando si raccolgono le castagne.”

Del fenomeno cinipide ci dà conferma anche Cinzia Lenzarini dell’ufficio vincoli idrogeologico dell’Unione dei Comuni della Garfagnana.

E’ vero, ci arrivano diverse segnalazioni che giungono sia dalla media che dall’alta Valle del Serchio. Non ce l’aspettavamo? Sì e no. Quando introduci un insetto in un ecosistema, nella sua vita può subire delle crescite e delle decrescite. E quindi solo negli anni riesci a monitorare questa cosa. E’ dal 2000 che utilizziamo in Italia, e in Regione Toscana dal 2010, l’insetto antagonista; dopo 9 anni c’è un ritorno del cinipide e questo ci può stare.

I lanci del Torymus sinensis sono stati interrotti tre anni fa e forse dovremo valutare se è il caso o meno di tornare ad intervenire, magari riattivando il progetto di allevamento del Torymus che avevamo a Camporgiano nel vivaio Centro La Piana gestito dall’Unione Comuni Garfagnana, che potremo chiedere alla Regione di rifinanziare nuovamente.

Sarà comunque la Regione a decidere se è il caso di attivare il programma di lotta biologica al cinipide; quel che è certo è che noi abbiamo le strutture per farlo, ma c’è da capire se questo è necessario o meno o se bisogna a questo punto rispettare un ciclo biologico naturale. Certo è che non vanno neppure sottovalutati anche gli effetti climatici che con stagione come questa potrebbero aver favorito il fenomeno stesso”.

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