Procul prope. Lontano vicino. I cuori di Giorgia in mostra il 30 gennaio

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A Barga in  via del Pretorio e, in parallelo, all’edicola del Mario, si sta per svelare l’incredibile ricerca emozionale di Giorgia. In via del Pretorio, al numero 4, c’è lo studio di Madiai, contenitore culturale poliedrico all’interno del quale si susseguono le collaborazioni con artisti di ogni ordine ed espressività; davanti c’è l’edicola di Mario, un luogo fuori dal tempo, scelto perché luogo simbolo del centro storico barghigiano, perché luogo empatico, ed emozionante. Tuttio questèo è il Doive.

Poi c’è il Quando. Martedì 30 gennaio, durante il doppio tramonto, quel fenomeno particolarissimo ed esclusivo, che si può vedere solo qui, quando il sole, all’ora del tramonto, sparisce dietro il monte Forato, nella catena delle Alpi Apuane, poi riappare nel ‘foro’ per sparire di nuovo.

La nuova mostra di Giorgia Madiai sceglie luoghi e tempi familiari per parlare di sentimenti autentici attraverso la rappresentazione grafica di racconti e storie di uomini e donne che incrociano cuori e sguardi. C’è tutto l’universo dei sentimenti nei lavori di Giorgia che, con estrema semplicità di tratto, mette in mostra un’incredibile varietà di emozioni. Un’indagine personale da condividere, che svela agli occhi dello spettatore sensazioni che nascono dal cuore, lì dove il sentimento è più vero e autentico. Su piccole tavole, con segno deciso e immediato, a colori o di un nero pece, le immagini si susseguono come un dizionario delle emozioni, in work in progress perché, si sa, ciò che prova il cuore è mutevole e spesso imprevedibile. Meraviglia nello scoprire un parallelo nella ricerca dell’artista Mirabello, nel suo ‘Ritratto di giovane come allegoria dell’amicizia’, eccezionalmente esposto a Palazzo Strozzi e realizzato nel 1530. Allo stesso modo Giorgia squaderna i corpi e svela l’essenza più profonda dell’anima. Sbottonati sul petto, i cuori di Giorgia son tutti di fuori. Si accingono a narrare storie che non mentono mai perché son ‘cose dette col cuore’. Siamo tutti pregati di sentircene parte.

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