La guerra a Barga nei diari di Bortolo. Era uno della XI Zona Patrioti “Pippo”

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Una giornata conviviale della Associazione Polizia di Stato, mi dà l’occasione di incontrare una persona straordinaria, un collega di mio padre; insieme hanno condiviso oltre 35 anni di vita in Polizia, nella Stradale. Qualche parola, un invito. Poi una grossa sorpresa, il piacere incredibile, il grande onore che mi veniva riservato, nel consegnarmi alcuni quaderni pieni di documenti, diari, giornali, conservati gelosamente da una vita. Emozionante leggerli, ancora di più condividerli.

“Fanne ciò che vuoi” è la sua consegna.

“Posso pubblicarli?”…

“Si certo”.

“Grazie Maresciallo, di questa grande fiducia”!

Nei diari la sua storia militare. Una storia italiana.

Questo articolo chiude un cerchio della vita.

Quella di Bartolomeo Bondioli, fu Ernesto, classe ’22 di Pievepelago ( MO). Maresciallo Maggiore “Aiutante” della Polstrada di Lucca.

Una vita vissuta intensamente. Anche a Barga.

Nel ’41 entra nella Pubblica Sicurezza, a Roma. Poi la Regia Questura di Massa Carrara, e quindi quella di Pisa, dove lo trova il dramma dell’Italia divisa in due, la nostra guerra. Entra in lotta clandestina nel giugno del ’44, sulle montagne dell’Appennino, vicino a casa sua.

Comandante di Distaccamento, nella XI° Zona Patrioti “PIPPO”.

Un nome, una leggenda.

La formazione è direttamente controllata dall’”O.S.S”. ( Organizzation Secret Service, diventerà poi la C.I.A…); agiscono inizialmente nelle retrovie delle forze dell’Asse, causando non pochi problemi ai tedeschi, successivamente passano le linee presso Montefegatesi ricongiungendosi con la V Armata Alleata a Bagni di Lucca; unica formazione non smobilitata, perché dichiarata apolitica e quindi non comunista. Gli Alleati la inseriscono in linea davanti alle loro truppe.

Bondioli, nome in codice “Bortolo” che conserverà anche nella vita, comanda un piccolo distaccamento in Val di Corsonna.

Il loro posto comando variava, per sfuggire ai rastrellamenti fascisti e dei tedeschi; spesso si ritrovavano in Santa Margherita, sopra Montebono. In agosto lo raggiunge un giovane di Sommocolonia, l’unico del paese ad essere passato con i Patrioti. Si chiama Berto, Biondi classe ’25.

Diventeranno amici a vita,

Le loro strade della vita proseguiranno insieme anche nel dopoguerra, rincontrandosi in Polizia, dagli anni ‘60 alla “Stradale” di Lucca. Come un film.

Fino ad oggi.

I documenti consegnati… tante storie, incredibili, vere, forti.

A volte drammatiche.

Nomi noti di Barga, famiglie conosciute, anche importanti… luoghi, fatti tramandati, confermati, precisati, sbugiardati…

Bortolo, forte dei tre anni già passati in Polizia ha una scrittura precisa, continua, dettagliata; scrive in maniera da lasciare sempre una traccia certa. Data, località, fatto; il tutto descritto sintetico, ma preciso.

Elenchi, minuziosi, dettagliati, precisi.

Un verbale a tutti gli effetti.

Così si fa la Storia.

Fissando i momenti.

E Bortolo li fissa, come quando racconta dettagliatamente dell’operazione che fanno in Lama, in seguito ad un preciso ordine emanato da Pippo.

Una banda composta da tre slavi fuoriusciti dal campo di concentramenti di Fossoli (MO), soprannominati sprezzantemente “grattigiani”, taglieggia e ruba nelle varie case padronali del barghigiano, spostandosi continuamente, vestiti simili a partigiani e gettando, con il loro operare di ruberia, un forte discredito sul movimento.

Naturalmente questi banditi non agiscono da soli, ma con il supporto logistico e informativo di elementi, purtroppo, locali…(!). Che ben conoscono le effettive disponibilità delle famiglie da rapinare, le loro case, le modalità più sicure di avvicinamento, i luoghi di fuga e di spartizione e occultamento dei bottini.

Pippo ordina pertanto di predisporre rapidamente un piano esecutivo finalizzato ad intercettare, catturare e fucilare immediatamente questa banda di ladri, che con il loro continuo operare mette in forte difficoltà i veri Patrioti.

L’ordine è preciso, e occorre obbedire!

Bortolo con i suoi uomini, dopo aver verificato e individuato una serie di case di scampo degli slavi e alcuni loro potenziali fiancheggiatori (nei verbali ottimamente identificati e ancora oggi assai noti…), decide di predisporre un agguato in una casa di Calabaia, dal (…). Versano del sonnifero inodore in un fiasco di vino, che sarebbe servito per dissetare gli slavi al loro rientro dalla ruberia, e quindi si appostano nei dintorni. A causa della delazione di una vicina,(tale …) che avverte i banditi dell’agguato, la sorpresa fallisce e questi non vengono immediatamente catturati.

Ma ormai i distaccamenti operativi di Val di Corsonna e di Coreglia ci sono sopra e alcuni giorni dopo, quest’ultimo li cattura e li fucila presso Bacchionero.

Un piccolo capanno sotto il Monte Giovo, riporta sulla facciata una targa che ricorda questo fatto.

Tra i documenti anche i verbali di inventario, dettagliati e precisi, del “bottino dei russi” come venivano volgarmente soprannominati gli slavi a causa dei loro lineamenti somatici del fatto che erano armati del Parabellum, il mitra russo con il caratteristico caricatore circolare…

Storie di guerra. Pesanti, come l’arresto delle spie radiofoniste clandestine, che trasmettevano informazioni sulle forze Alleate, la sera, da una casa in Santa Maria.

Bortolo comanda la squadra di Polizia Militare della XI° Zona, e con i suoi uomini analizzando la caduta di tensione che si verifica la sera nella case della zona alimentate da una piccola centralina lungo la Corsonna presso Catagnana, individuano e fermano due fratelli meridionali sfollati (…), e trovano documenti e armi compromettenti… I due finiscono a Coltano.

Storie; tante, interessanti, forti ed emozionanti.

La perquisizione nella casa del Segretario del Fascio di Barga (tale…) , al quale peraltro nessuno torce un capello, ma anzi… Quindi il ritrovamento, ben sotterrati in una cassetta in giardino di una villetta in Canteo, di una serie di documenti riservati, elenchi, delazioni assai compromettenti; tra tutti, anche la bella foto in bianco e nero che il Duce regalò alle Camice Nere del Fascio di Barga (erano… assai), il 15 maggio dell’ VIII anno dell’E.F., quindi il 1930, il giorno che Barga divenne Città.

Tante storie, anche più lievi, come quelle a guerra finita che vedono Bortolo, eccellente suonatore autodidatta di fisarmonica, impegnato nelle prime serate danzanti al Teatro Roma di Barga. Inventa la “Posta Aerea”, il primo sistema di corteggiamento a distanza, durante la serata!

La vita riprende, e Bortolo da Barga, la riprende a Pisa, dove conosce e sposa sua moglie, la signora Wilma del Seppia. Tra i quaderni che mi ha donato, anche uno pieno di lettere personali alla signora, che mi son precipitato a riconsegnare. Non è roba che posso tenere, appartiene alla vostra famiglia.

La Storia è una cosa, le faccende di cuore son personali!

Una frase, bella, chiude il preciso diario.

“Non ho mai ucciso nessuno, ringrazio per questo Dio e la Madonna di Monticello.”

Io non so dove sia questa Madonna di Monticello, ma so che questo è un bel primato.

Buon viaggio Bortolo.

Vittorio Lino Biondi

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