In consiglio il ricordo di Guelfo Marcucci e la questione KME

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Il consiglio comunale ha ricordato ieri sera Guelfo Marcucci, l’imprenditore scomparso lo scorso 12 dicembre, e che è stato a capo della dinastia del Ciocco e delle tante imprese di successo portate avanti dagli anni ’60 ad oggi dal Gruppo e dalla famiglia Marcucci.

Un ricordo istituzionale, voluto dall’Amministrazione Comunale per tributare il giusto omaggio delle istituzioni ad una delle figure più influenti e di spicco della storia economica della Valle del Serchio dal dopoguerra ad oggi. Ed istituzionale è stato senza dubbio il contributo ed il ricordo del sindaco Marco Bonini. Al suo sono seguiti gli interventi, a nome dell’opposizione, di Umberto Sereni, di Francesca Tognarelli e, per la maggioranza, di Lorenzo Tonini

Oltre al dibattito ed al ricordo sulla figura di Guelfo Marcucci, che ha prevalentemente occupato tutta la seduta, di particolare interesse anche le comunicazioni del sindaco in chiusura.

Tra queste quella riguardante la situazione di KME Fornaci. Tra le comunicazioni anche la lettura della lettera del consigliere comunale Raffaello Bernardini che ha informato il sindaco della sua uscita dal gruppo consiliare “Con Sereni per un nuovo inizio” ed il suo ingresso nel gruppo indipendente formato dalla già fuoriuscita Francesca Tognarelli.

Per quanto riguarda il ricordo di Guelfo Marcucci ad aprire il consiglio l’intervento del primo cittadino che ha ripercorso la lunga storia di successi imprenditoriali di questo illustre rappresentante della Valle del Serchio, partendo dagli anni ’30, dalla storia del padre Luigi che lasciò la valle per cercare fortuna a Chicago dove apri il “Gonnella Baking” il grande forno industriale che fece conoscere agli americani il pane toscano. Una impresa di grande successo che permise al padre di mandare i soldi necessari per garantire un futuro ai propri figli Guelfo e Leo Piero”

Per Bonini Guelfo Marcucci è stato un:

“Imprenditore di successo, personaggio chiave degli ultimi 50 anni della nostra storia. Era molto avanti nelle sue scelte, sempre coraggiose, che sono state di beneficio anche di migliaia di famiglie nostra valle. Un uomo lungimirante che ha precorso i tempi con le televisioni private, i network, le agenzie turistiche, la tenuta de Il Ciocco, lo sviluppo del turismo congressuale e le sue aziende farmaceutiche.

La sua morte ha rappresentato una grande perdita per l’intera valle. Ha fatto parte ha fatto parte di quella generazione di imprenditori che hanno arricchito il nostro paese portando benessere e lavoro”

Di Marcucci ha ricordato anche il forte impegno nella sanità della Valle del Serchio, nella difesa dell’ospedale dio Barga ed anche per la crescita della Villa di Riposo “G. Pascoli”.

“Mi ha colpito – ha concluso Bonini – la presenza, oltre alle tante autorità, di molte persone comuni al suo funerale. Segno di stima e di riconoscenza.”.

Sulla stessa riga dell’intervento del sindaco anche il ricordo di Lorenzo Tonini per la maggioranza e così pure, per l’opposizione, quello di Francesca Tognarelli che peraltro ha sottolineato che bene fece il Comune di Barga a premiare Marcucci con il “San Cristoforo d’oro” nel 2004, lanciando però una stoccata rivolta evidentemente al suo ex capogruppo Umberto Sereni, allora sindaco; sottolineando infatti che quel premio venne consegnato a Marcucci proprio da quei comunisti che negli anni ’70 chiesero le sue dimissioni ai tempi della sua presenza nel consiglio di amministrazione dell’ospedale di Barga.

Quasi un passaggio di testimone per l’intervento di Umberto Sereni il cui ricordo di Marcucci è stato sicuramente meno istituzionale, mettendo in evidenza non solo luci, ma anche ombre nella esistenza di questo imprenditore, ma che non ha risparmiato parole di stima e di riconoscimento per il grande impegno imprenditoriale: “Un uomo che sapere andare e vedere oltre” – ha affermato Sereni.

“Personalmente – ha anche detto Sereni – ho un ricordo di Guelfo Marcucci diverso da quello tracciato dal sindaco Bonini. Ho il ricordo di una presidenza dell’ospedale che, alla fine, si stava logorando e impallidendo e il suo ruolo rischiava di diventare un inceppo per l’amministrazione, tant’è che chiedemmo le sue dimissioni. Era inevitabile che entrasse in conflitto con le istituzioni pubbliche perché vedeva gli obiettivi in largo anticipo perseguendo strade che passavano spesso sopra vincoli e relazioni amministrative. Andava dritto per la sua strada e creava spesso contrasti con le istituzioni.
Per carità – ha ricordato Sereni – egli voleva solo svegliare questo paese. Era però un personaggio strabordante per una realtà come la nostra. Aveva certamente un passo in più: andava dritto al sodo nelle questioni e oltre le chiacchiere della politica. Un uomo in missione per la sua famiglia, ma tutto sempre collegato al riscatto della valle che meritava per lui sempre di più di quanto aveva avuto. Voleva rappresentare ai livelli più alti la valle del Serchio con una struttura economico-sociale tale che lo avvicina sempre di più ai potenti imprenditori nazionali”.

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