LE LETTERE DEL REGISTRO ITALIANO IN INTERNET: ATTENTI ALLE SOPRESE!

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Così come era successo tre anni or sono, sta arrivando a diverse imprese della Valle del Serchio un modulo inviato da una società con sede in Germania e che riporta l’intestazione Registro Italiano in Internet per le imprese. Sembra una cosa di valenza ufficiale ed importante, ma si tratta di un servizio assolutamente privato ed oltretutto molto costoso.Il modulo, accompagnato da una lettera abbastanza nebulosa e poco chiara, nasconderebbe, come tre anni fa, un tranello che potrebbe costare la bellezza di oltre 860 euro l’anno per la sottoscrizione ad un servizio che magari non si intendeva richiedere. Non sarebbe male, visto che anche nel comune di Barga sono state tante le aziende gabbate e tante hanno ricevuto i nuovi messaggi, che della cosa se ne facesse carico anche il difensore civico.Ma cosa è successo la prima volta? I moduli d’ordine inviati recavano, in alto, l’intestazione “Registro italiano in Internet per le imprese”, seguita dalla dicitura “Registrazione del sito Internet” e da un riquadro contenente la denominazione sociale e la sede dell’impresa destinataria. Accanto a tale riquadro, era posto un campo da compilare con l’indicazione del nome della ditta e della sede, preceduto dall’avvertenza “Spazio per le correzioni ed ulteriori informazioni relative al numero di telefono e fax.” Essendo quasi sempre incompleto il dato relativo alla propria azienda, si era portati a completare il modulo ed a firmare e timbrare il tutto. Poteva apparire solo una richiesta di aggiornamento dati, senza nessuna spesa, ma una piccola postilla in fondo, che difficilmente si era invitati a leggere perché il messaggio precedente era assolutamente “rassicurante”, specificava che l’invio con timbro e firma dell’azienda corrispondeva all’accettazione di un contratto triennale per un spesa annua di appunto oltre 800 euro.In tanti ci sono cascati ed hanno dovuto pagare, ma la cosa è finita anche nei tribunali e l’Autorità garante della concorrenza del mercato ha criticato l’operato della società; l’Autorità ha ritenuto che “i messaggi segnalati appaiono, ad una prima osservazione, idonei a indurre in errore i destinatari relativamente ad elementi essenziali per la propria valutazione di adesione, quali le caratteristiche stesse dell’iniziativa e l’esatta identità del soggetto autore, in quanto, attraverso la terminologia utilizzata, con riguardo al “Registro Italiano in internet” in cui le imprese stesse possono chiedere l’inserimento, e in assenza di adeguate avvertenze in senso contrario, possono ingenerare il convincimento che non vi sia distinzione fra il registro tenuto dall’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il registro cui fanno riferimento i moduli inviati dalla DAD”. Anche adesso il rischio e che tanta gente, che magari ingenuamente pensa solo di comunicare i dati per un aggiornamento, si ritrovi a dover pagare queste ingenti somme. Il consiglio è quello di leggere esattamente quando viene inviato e neldubbio di non firmare ed inviare niente se non si intenda veramente pagare il servizio.

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